Svetlana Alexievich, autrice affermata, è nata il 31 maggio 1948 a Stanislav, in Ucraina, da madre ucraina e padre bielorusso. Dopo aver terminato la scuola superiore, ha lavorato come reporter in diversi giornali locali. Alexievich ha proseguito gli studi superiori, laureandosi all'Università Statale Bielorussa nel 1972, diventando corrispondente per la rivista letteraria Nyoman a Minsk.
L'opera di Alexievich si concentra principalmente nel raffigurare la vita durante e dopo l'Unione Sovietica attraverso le esperienze individuali. È nota per il suo approccio unico di utilizzare interviste per creare un collage di voci, che lei stessa definisce "romanzi documentari". Questo stile di scrittura la colloca nel confine tra il reportage e la fiction. Le sue principali opere, tra cui "The Unwomanly Face of War" (1985), "Last Witnesses" (1985), "Zinky Boys" (1990), "Voices from Chernobyl" (1997) e "Secondhand Time" (2013), le hanno valso numerosi premi letterari internazionali, tra cui il Premio Nobel per la Letteratura nel 2015.
Nel corso della sua carriera, Alexievich ha spesso criticato i regimi politici dell'Unione Sovietica e della Bielorussia, subendo periodi di esilio in Europa occidentale. Nonostante le difficoltà, lei è rimasta fedele alla sua missione, utilizzando la scrittura come mezzo per evidenziare la sofferenza e il coraggio delle persone durante momenti critici della storia. Il suo lavoro rappresenta un monumento alle esperienze individuali e alla resilienza delle persone di fronte alle avversità.